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Come impostare una Tesi, capitolo secondo:le note, le citazioni e la bibliografia freccemercoledì 29 gennaio 2014      


Una Tesi di laurea deve includere necessariamente anche le note, le citazioni e la bibliografia, di cui approfondirò le modalità di scrittura in questo secondo articolo che si concentra ancora sull’impostazione di una Tesi di laurea. Nel corso della scrittura di un paragrafo, può risultare indispensabile integrare quanto scritto con un commento, un’osservazione, una precisazione di sostegno o di correzione; altresì importante risulta dare informazioni bibliografiche, rinviare ad altri testi (rinvii esterni) oppure a capitoli o paragrafi del testo che si sta scrivendo (rinvii interni).

Quando si inserisce una citazione in lingua originaria bisogna indicare la fonte e riportare la traduzione nel testo principale. L’inserimento di queste informazioni rischia di appesantire il testo e la lettura, a causa di informazioni che potrebbero non interessare il lettore. Per evitare questo risultato, si consiglia di collocare queste informazioni al di fuori del testo, creando le note. Nel punto del corpo del testo in cui si ritiene vada immessa la nota si inserisce un numero, il quale verrà riportato anche a piè di pagina e sarà così per tutto il testo in modo progressivo. Qui viene scritta la nota la quale richiederà una serie di informazioni bibliografiche.

Esiste la forma estesa che prevede il riferimento bibliografico completo, ossia: Nome puntato dell’autore, Cognome dell’autore, Titolo del testo (in corsivo), Editore o casa editrice, città, anno di pubblicazione, pagina di riferimento o intervallo di pagine di riferimento. Quella sintetica riporta: nome puntato dell’autore, cognome dell’autore, anno di pubblicazione (tra parentesi), pagina o intervallo di pagine di riferimento. Si usa la forma estesa quando il riferimento bibliografico non verrà inserito in bibliografia, quella sintetica nel caso contrario. Quando un testo viene menzionato per la seconda volta oppure l’opera è già stata citata in una nota precedente a cui sono seguite altre note di opere o autori differenti, si adopera la sigla op.cit. (opera citata), precisando il numero di pagina e anche l’autore.

L’abbreviazione di ibidem si usa, invece, quando si ripete nella nota il rimando non solo alla stessa opera, bensì anche alla stessa pagina dell’opera citata nella nota precedente. E’ corretto ricordare che nelle note non si va a capo, quindi, questo ci induce a scrivere delle note brevi. La citazione è una parola, una frase di un altro autore che viene riportato fedelmente. Il suo uso deve essere ponderato e congruo al tipo di testo. La citazione consente di sottolineare con precisione un pensiero, di rafforzare un’idea, di dimostrare di aver preso visione dei testi. Una volta inserita deve essere evidenziata anche a livello grafico. Rispetto al contenuto, si hanno due tipi di citazione: quella che ripropone una parte del testo d’origine e quella che ne presenta una parafrasi.

In tutti e due i casi bisogna segnalare la citazione. Se la citazione è breve, è preferibile inserirla nel corpo del testo tra virgolette. La fonte bibliografica da cui è tratta sarà inserita in nota a piè di pagina in forma estesa. Se la citazione è lunga, andrà fuori dal corpo del testo, cioè nella stessa pagina, ma staccata di qualche rigo dal testo che precede e che segue. Per renderla più palese, si può utilizzare un carattere più piccolo in relazione a quello del testo principale oppure lo stesso carattere di stampa e un’interlinea ridotta. Una citazione decisamente lunga e non del tutto rilevante nel testo può essere posta in nota ovvero in appendice al di fuori dello scritto.

L’elenco di tutti i libri e altre fonti utilizzate deve essere inserito in una sezione ad hoc: la bibliografia. Questa parte finale della Tesi deve essere in ordine alfabetico, cronologico o per argomenti, se particolarmente vasta. Il metodo tradizionale segue questo schema: Cognome, N., Titolo, Sottotitolo, Città sede della casa editrice, Editore, anno di pubblicazione. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica  Otranto Godano - vedi tutti gli articoli di Veronica  Otranto Godano



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Una Tesi di laurea deve includere necessariamente anche le note, le citazioni e la bibliografia, di cui approfondirò le modalità di scrittura in questo secondo articolo che si concentra ancora sull’impostazione di una Tesi di laurea. Nel corso della scrittura di un paragrafo, può risultare indispensabile integrare quanto scritto con un commento, un’osservazione, una precisazione di sostegno o di correzione; altresì importante risulta dare informazioni bibliografiche, rinviare ad altri testi (rinvii esterni) oppure a capitoli o paragrafi del testo che si sta scrivendo (rinvii interni).

Quando si inserisce una citazione in lingua originaria bisogna indicare la fonte e riportare la traduzione nel testo principale. L’inserimento di queste informazioni rischia di appesantire il testo e la lettura, a causa di informazioni che potrebbero non interessare il lettore. Per evitare questo risultato, si consiglia di collocare queste informazioni al di fuori del testo, creando le note. Nel punto del corpo del testo in cui si ritiene vada immessa la nota si inserisce un numero, il quale verrà riportato anche a piè di pagina e sarà così per tutto il testo in modo progressivo. Qui viene scritta la nota la quale richiederà una serie di informazioni bibliografiche.

Esiste la forma estesa che prevede il riferimento bibliografico completo, ossia: Nome puntato dell’autore, Cognome dell’autore, Titolo del testo (in corsivo), Editore o casa editrice, città, anno di pubblicazione, pagina di riferimento o intervallo di pagine di riferimento. Quella sintetica riporta: nome puntato dell’autore, cognome dell’autore, anno di pubblicazione (tra parentesi), pagina o intervallo di pagine di riferimento. Si usa la forma estesa quando il riferimento bibliografico non verrà inserito in bibliografia, quella sintetica nel caso contrario. Quando un testo viene menzionato per la seconda volta oppure l’opera è già stata citata in una nota precedente a cui sono seguite altre note di opere o autori differenti, si adopera la sigla op.cit. (opera citata), precisando il numero di pagina e anche l’autore.

L’abbreviazione di ibidem si usa, invece, quando si ripete nella nota il rimando non solo alla stessa opera, bensì anche alla stessa pagina dell’opera citata nella nota precedente. E’ corretto ricordare che nelle note non si va a capo, quindi, questo ci induce a scrivere delle note brevi. La citazione è una parola, una frase di un altro autore che viene riportato fedelmente. Il suo uso deve essere ponderato e congruo al tipo di testo. La citazione consente di sottolineare con precisione un pensiero, di rafforzare un’idea, di dimostrare di aver preso visione dei testi. Una volta inserita deve essere evidenziata anche a livello grafico. Rispetto al contenuto, si hanno due tipi di citazione: quella che ripropone una parte del testo d’origine e quella che ne presenta una parafrasi.

In tutti e due i casi bisogna segnalare la citazione. Se la citazione è breve, è preferibile inserirla nel corpo del testo tra virgolette. La fonte bibliografica da cui è tratta sarà inserita in nota a piè di pagina in forma estesa. Se la citazione è lunga, andrà fuori dal corpo del testo, cioè nella stessa pagina, ma staccata di qualche rigo dal testo che precede e che segue. Per renderla più palese, si può utilizzare un carattere più piccolo in relazione a quello del testo principale oppure lo stesso carattere di stampa e un’interlinea ridotta. Una citazione decisamente lunga e non del tutto rilevante nel testo può essere posta in nota ovvero in appendice al di fuori dello scritto.

L’elenco di tutti i libri e altre fonti utilizzate deve essere inserito in una sezione ad hoc: la bibliografia. Questa parte finale della Tesi deve essere in ordine alfabetico, cronologico o per argomenti, se particolarmente vasta. Il metodo tradizionale segue questo schema: Cognome, N., Titolo, Sottotitolo, Città sede della casa editrice, Editore, anno di pubblicazione. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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